Elisa e la sua 100km di Asolo

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Pur rimanendo affascinata dalla meraviglia dei trail,quando devo cimentarmi nei 100km
prediligo l´asfalto…l´e´ puse sicura che i 3mila metar….se caschi giò ma troan subit!!!
Quindi a dicembre m´iscrivo a sta 100km di Asolo, scoprendo che ricorre il centenario della
Prima Guerra Mondiale e la tappa del 50° km è proprio sulla cima Grappa, dove si trova l´Ossario,
un cimitero di militi ignoti e non, davvero suggestivo sia storicamente che emozionalmente.
Va beh torniamo alla gara, caricati su uno scuolabus locale, per il trasferimento alla partenza,
sembriamo immigrati clandestini se non fosse per la tenuta “tennico-sportiva”.
Ad accoglierci una folla numerosa,c on tanto di sindaco, banda, majorettes e il parroco per
la benedizione…gia´ perche´ alle 14.00 con 32/33 gradi, partire di corsa per far 100 km è una follia.
Dovremmo essere ufficiosamente 200 atleti tra la 50 e la 100, ma verrò poi a sapere che una
ventina han ritirato si il pettorale, ma anche se stessi….e pensare che nelle precedenti edizioni
molti si erano fermati per temporale e grandine!!!! Sto giro in tanti han provato con la danza
della pioggia, ma l´unica che ci cadeva addosso era di qualche buon uomo munito di canna dell´acqua
o innaffiatoio!!!
Chi mi aveva accennato di questa gara ne definiva il percorso con 50km di salita e 50 discesa….
ma brutta sorpresa mi ritrovo a dovermi fare i primi 15km a ritmo maratona…mi stavo già disidratando.
Fortunatamente inizia una leggera ma progressiva pendenza e da subito ritengo sia meglio camminare,
così recupero un po´ di forze.
Giunta al 4° o 5° ristoro non ricordo, comunque in un passaggio strano, dove si scendeva un tratto stradale
breve, ci si infilava in un piccolo parco, ci si rifocillava e si ritornava alla strada principale attraversando una
piazza con scalinata tipo Navona…un paio di giovani signore dal balcone di casa loro, mi urlano “BRAVA
VAI CHE SEI LA TERZA DONNA”…..o porca vacca mò mi tocca far sul serio…quantomeno NESSUNA mi deve superare…insomma ci provo.
E così proseguo col mio ritmo senza orologio né cardio né gps a macinar km, rendendomi conto che ne
passano 5 ogni volta che incontravo il cartello bianco coi numeri rossi.
Come dicevo per la ricorrenza storica della guerra, il percorso di questa edizione subisce una variazione,
invece che la salita “dea cavra” (della capra) si farà quella degli alpini, che pare sia più ombreggiata,
ma più ripida, ostregheta.

I miei compagni di viaggio ovviamente erano tutti uomini, mai gli stessi, non so se perché più costante io
o più in crisi loro.
Arrivo alla zona delle Malghe e il paesaggio è tipicamente montano, alzo lo sguardo per cercare almeno di
vedere l´Ossario ma niente, non c´è problema se corro prima o poi apparirà. Inizia però il tratto più duro
della gara, i 12 km di salita con pendenza 20% prima di arrivare alla cima del Grappa. Al mio fianco ho un toscano con maglia gialla e scritta “Cecina Run” ,mi dice di avere un po´ le gambe inchiodate e di essere preoccupato per la sua amica che lo stava “accompagnando” per prestargli assistenza; era in bici ma probabilmente non ce la faceva a salire. Quasi distratti dalle nostre chiacchere riusciamo finalmente a vedere i 4/5 tornanti che ci porteranno al traguardo dei primi 50 km. Rimango basita dal panorama che mi circonda a 1.784, nuvoloni rosa a destra del rifugio Bassano, la scalinata che faccio a balzi per giungere alla distesa di
monumenti con un´infinità di nomi di brigate, comandi, cannoni. Seguo il nastro bianco che un´estrema delicatezza non intacca la sacralità del luogo, attraverso questo tratto di storia…prego…e mi butto a dirotto dalla salinata in discesa che porta al traguardo del 50° ore 20.45. Sono stanca sudata ho fame, insomma necessito di cambio e ristoro. Mezzo panino al prosciutto un uovo sodo e due bicchieri di birra.
Saluto la signora che mi ha rincuorato come una mamma e riparto a fuoco….ooooh
finalmente LA DISCESA…e´ un piacere per i primi 8/10 km….poi le gambe iniziano
a dirti che sono un po´ stanchine…ma non mollo…se non ai ristori…mi accorgo che mi
affianca un tipo e mi rendo conto che è lo stesso da una ventina di km. Essendo mezzanotte con una frontale non puoi tanto capire se hai lo stesso compagno di viaggio o no, quando sostiamo ai ristori riusciamo anche ad intravederci, ma ormai siam presi dalla foga di arrivare. Entrambe abbiamo una responsabilità, io d´arrivare terza e lui di accompagnarmi. Stringiamo un patto oltre che i denti e decidiamo di sostenerci, perché nel raccontarci della vita, ci confessiamo reciprocamente che “Se non c´eri tu, io stavo già camminando”.
Per una strana filosofia, Pietro sostiene che a 75 km la gara è finita; io che probabilmente son
più gli dico che ne mancano pur 25 e son parecchi…ma così arriviamo all´80°. Il vero dramma è
farsi venire la voglia di affrontare la fastidiose salite che sembrano durissime anche se solo al 3 % di pendenza. Lui l´ha già fatta l´anno prima e mi diceva che c´era ancora un po´ da faticare prima di salire ad
Asolo, nello stesso punto della partenza, il 95° km ci arriviamo cercando di resistere all´ultimo sforzo,
arriviamo nella piazza chiaramente deserta, l´ultimo ristoro, dove un volontario versandomi da bere,
mi dice “oh buonasera signora ,la stavamo aspettando” io bevo sorrido ringrazio e riparto. Commentando
con l´ormai amico Pietro che sapevano anche loro, come tutti i precedenti ristori che ero la terza donna,
quindi alè via che si riparte….dopo poco mi rendo conto che stavamo percorrendo un tratto lungo 4 km
deserto, periferico, con bosco a fianco, alle 3 di notte e ho ringraziato lui per avermi fatto superare la
paura di quel momento, ma anche tutte le difficoltà. Durante il tragitto, quindi, gli chiedo di tagliare il
traguardo insieme e lui sorridendo intenerito dalla richiesta acconsente.
Usciamo sullo stradone che ci porta ad una svolta a destra dove ci aspetta il gonfiabile antistante la chiesa,
sprinto, mi emoziono, mi giro, lo bacio e lo ringrazio, ci infilano la medaglia, mi consegnano la targa e una buona bottiglia di cuveè. Mi chiedono se me la sento di salire sul podio anche con una gamba rotta!!!!mi fanno foto e complimenti.
Sono provata ma felicissima, mi doccio, un piatto di pasta in bianco, sono quasi le 4 di mattina, ma festeggio
con tutti gli atleti che conosco a seguito. Per fortuna solo 4 mi offrono una birra!!!
Ho accompagnato anche un tipo alla stazione di Padova, presa l´autostrada sono rincasata rischiando un po´
non tanto per le birre, quanto per i colpi di sonno, ma i santi ci assistono sempre, se li preghiamo.

Fonte: Elisa Miotto

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